Ci sono due tipi di scrittura. Almeno io ne vedo due al momento, ma con un diverso paio di occhiali potrei vederne di più o di meno. C'è la scrittura che si rivolge a se stessi e quella che si rivolge agli altri. Nella prima diciamo a noi stessi ciò che osserviamo in noi, quindi anche tutto quello che pensiamo in relazione a ciò che abbiamo fatto o detto o che dovremmo fare o dire. Cerchiamo di scavare, di trovare la sincerità, la verità di ciò che siamo, che sentiamo, possiamo farlo. Nella seconda diciamo agli altri solo ciò che vogliamo dire, non tutto. Siamo più legati alla morale, a ciò che vogliamo che gli altri pensino di noi, all'immagine delle reazioni che potrebbero suscitare le nostre parole, alla paura di non essere amati.
Ecco, c'è un esperimento strano che alcuni fanno con la propria vita: scrivere per se stessi e poi mostrarlo al pubblico. Eliminare la paura di non essere amati è una missione da superuomini, senza pensare necessariamente a Nietzsche.
3 commenti:
dove sei?
Via Scalvini, 3.
20158, Milano.
vuoi venire a bere un bicchiere d'acqua? però avvisami prima così metto una bottiglia in frigo.
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