giovedì 21 giugno 2012

Il cielo stellato dentro di me, la legge morale dentro di me.

Allora, all'inizio sembra, ma non è difficile.
Secondo Kant lo spazio e il tempo sono "forme pure dell'intuizione", non esistono fuori di noi. Attraverso queste forme pure noi organizziamo i dati sensibili, li intuiamo, ce li formiamo dentro di noi.
Poi intervengono le "categorie", cioè l'azione dell'intelletto, che unifica e raggruppa le intuizioni dell'esperienza così che noi ci creiamo un mondo.
Quindi Kant sta dicendo che il mondo me lo formo grazie all'intuizione prima e all'intelletto poi. Dice proprio che è come se indossassimo delle "lenti" per sempre.
é tutto dentro di noi. Non esiste niente prima dell'esperienza tra soggetto e oggetto. Quasi quasi arriverebbe a dire che esiste solo l'esperienza, annullando soggetto e oggetto, ma non è buddista e non ce la fa. Però è già tanto per la storia della filosofia che fino ad allora si era messa in testa di cercare di capire come funziona il mondo. La risposta di Kant sembrerebbe essere: il mondo è come sei fatto tu.
Tutto questo è contenuto nella famigerata "Critica della ragion pura".
Poi Kant scrive la "Critica della ragion pratica" in cui si può leggere: "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me".
Sopra di me? Sopra di me!?

Queste ed altre minchiate potrete sentirle dal vivo sabato prossimo a Cantù (?) dalle 11 alle 18 in via Matteotti e poi al teatro non mi ricordo come si chiama dalle 21 alle 23 (mi pare).

qui c'è scritto tutto.



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