venerdì 6 luglio 2012

Hegel per handicappati

Davvero, è facile.
Allora, Hegel dice che una volta c'erano i greci che vivevano in armonia con la natura pensando che le cose erano come le pensavano, che l'Io e il mondo non erano scissi. Poi è arrivato il cristianesimo (cattolico e protestante) che ha posto dio fuori dal mondo, come creatore del mondo e non identificato con esso, e allora l'uomo si è sentito peccatore e si è creata la distanza tra l'Io e il non Io, l'essere e il non essere, il finito e l'infinito. Questo fino a Kant, a partire dal quale è iniziato il processo di riunificazione tra Ideale (nella mia testa) e Reale (fuori di me).
Dice Hegel: Essere e Non essere si riuniscono in una categoria superiore: il Divenire. Significa che dal punto di vista del divenire sono identici. E fa un esempio, che senza gli esempi non si è mai capito niente nella vita: la cosiddetta dialettica servo-padrone.
Il padrone possiede la proprietà, il servo l'amministra ma non ne è proprietario, è dipendente e così ha paura del padrone. Tutto questo avviene nella testa del servo e nella testa del padrone come qualcosa di fisso, essere e non essere.
Poi il servo lavora e produce qualcosa di concreto in cui vede che il suo concetto di sè come uomo non è solo ideale ma anche reale. E allora si accorge che il padrone dipende da lui e che lui dipende dal padrone: sono uguali. Il divenire è la realtà. Nella realtà i due sono uguali.
Ora potrei dirvi che tutto ciò è preso, paro paro, dalla Cabbala, ma mi interessa di più pensare a tutti i giovani lavoratori che accettano di fare mettiamo il copywriter, l'art director o qualsiasi altro lavoro in un posto per 500, 800 euro al mese e a partire dal mese successivo iniziano a lamentarsi del fatto che li pagano 500, 800 euro e che passano loro dei lavori di merda. Ecco secondo Hegel, io me ne lavo le mani eh, secondo Hegel non hanno un cazzo da lamentarsi.

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