martedì 13 luglio 2010

buon lavoro è un ossimoro


Un blog serve anche a capire cosa ti passa per la testa. Quando hai finito di scrivere il post ti accorgi che non era vero che non avevi niente da scrivere.
Allora...

C'era una volta un uomo molto povero che chiedeva l'elemosina al semaforo. Costui non era vestito di stracci, ma indossava un elegante vestito di Giorgio Armani. Un giorno passò di lì un uomo ricchissimo che guidava una peugeot 106 tutta sporca, ammaccata e malandata. Mosso da pena, il ricco regalò al povero una valigetta con 100.000 euro. Il povero lo ringraziò e gli promise di fare buon uso dei soldi.
Calata la sera il povero aveva già speso i 100.000 euro in abiti lussuosissimi, collane, braccialetti, oggetti di design, e bellissime opere d'arte. Così il giorno seguente tornò al semaforo.
Per una fortunata coincidenza tornò a quel semaforo l'uomo ricchissimo con la macchina in decadenza che, vedendo nuovamente il povero e pensando che quei soldi non gli fossero bastati, gli regalò una valigetta con ben un milione di euro.
Il giorno dopo al semaforo non c'era più soltanto il pover'uomo, ma un'intera squadra di pover'uomini vestiti benissimo, tutti sotto la direzione dell'uomo povero, che visse in questo modo per tutta la vita.

4 commenti:

Carla, l'amica immaginaria ha detto...

Grazie per renderci sempre chiarissimo cosa ti passa per la testa ;)
Invece, a proposito della storiella tua, io so che la verità è questa un giorno un uovo cominciò a lavorare sodo. Lavorava 365 ore uovesche al giorno, che è parecchio. Nel paese uovesco si meritò il titolo nobiliare di uovo sodo. Da cui il detto "il lavoro nobilita l'uovo". Passò da lì un coglione un po' sordo che capì male e ci fracassò nei secoli tutti quanti con quell'altra storia. Fine

Unknown ha detto...

e quell'uomo era hitler. che poi scrisse sul cancello dei lager "il lavoro nobilita l'uomo" o giù di lì.

Mafaldanellarete ha detto...

il lavoro rende liberi era
mi pare...
o una puttanata del genere

Unknown ha detto...

Mafalda, te lo dico in un orecchio: "lo sapevo".