
la tesi di oggi è:
nessuno fa errori nella propria lingua.
dimostrazione:
ogni volta che vedo la gente inorridire di fronte ad errori grammaticali in italiano commessi da italiani inorridisco. E penso: "quando sbagliano gli stranieri ti sembra normale però".
Noi accettiamo tutti gli errori grammaticali commessi dagli stranieri che parlano in italiano, ma se uno dice "scendimi i soldi", sorridiamo come a dire "è un ignorante, poverino".
Ma: "considerereste ignorante allo stesso modo un milanese che ha sempre parlato in italiano e fa un errore cercando di parlare in dialetto siciliano?"
il punto è: un siciliano, per esempio, che fa errori parlando in italiano, li fa perchè parla perfettamente un'altra lingua: il siciliano. E state pur certi che quello lì in siciliano non sbaglierà mai neanche una virgola.
Un'altra osservazione va fatta riguardo al risolino di cui parlavamo. Quel risolino indica soltanto che tu credi che l'italiano sia la lingua giusta e tutte le altre siano sbagliate. In realtà, l'italiano è la lingua imposta a tutti gli italiani dopo l'unità d'Italia. Parlare in dialetto vuol dire conservare una propria libertà. Chi parla solamente e perfettamente l'italiano è un pò più schiavo di chi sbaglia e parla anche in dialetto.
Inoltre, parlare perfettamente una lingua, parlarla esattamente, vuol dire parlarla secondo regole fisse e considerate immutabili. E questo implica che non cambierete mai nulla, neanche voi stessi. Sbagliare, al contrario, è creatività, è mischiare e creare nuovi concetti e nuove visioni del mondo. Quello che per un purista dell'italiano è "inconcepibile", non lo è per uno che usa liberamente la propria lingua. "Inconcepibile" vuol dire che non riesci a concepirlo, indica sterilità, ma se non ci riesci tu non vuol dire che non debba riuscire a concepirlo qualcun altro.